Il catasto scarichi è stato istituito dalla Legge 10/05/1976, n. 319 (Legge Merli) che demandava alle Province il compito di individuare tutti gli scarichi, pubblici e privati, nei corsi d’acqua superficiali, con l’obiettivo di localizzare i punti di immissione e censire le potenziali fonti di inquinamento.
In seguito all’abrogazione della Legge Merli (articolo 63 del Decreto Legislativo 11/05/1999, n. 152), la disciplina degli scarichi è stata riproposta con il Piano di Tutela delle Acque, ai sensi dell’articolo 121 del Decreto Legisaltivo 06/04/2006, n. 152.
Con Deliberazione della Giunta Regionale 26/05/2009, n. 850, la Regione Puglia ha approvato il Programma Pluriennale di Attuazione (PPA) dell’Asse II del P.O. FESR 2007-2013 comprendente, tra l’altro, l’Azione 2.1.4, finalizzata al miglioramento del sistema di informazione, monitoraggio e controllo e nel cui ambito è previsto il "Catasto degli scarichi idrici - Catasto delle utenze non ricomprese negli agglomerati previsti dal Piano di Tutela delle Acque".
L’avvio delle attività relative alla formazione e aggiornamento del catasto richiede, in via preliminare, l’acquisizione delle informazioni necessarie.
Al fine di standardizzare e uniformare le procedure di acquisizione dei dati e per la loro successiva introduzione in un apposito sistema informativo accessibile all’utenza, con Determinazione Dirigenziale 27/06/2011, n. 15, sono state approvate le schede tecniche di rilevamento contenenti dati, informazioni e georeferenziazioni degli scarichi e delle attività che li producono.